Nell’ultimo periodo, si sono diffusi anche in Italia, specialmente nelle grandi città, i monopattini elettrici, microveicoli a due ruote ormai sotto gli occhi di tutti.

La loro diffusione è dovuta a diversi fattori, tra cui le esigenze ecologiche, che spingono sempre di più verso una transizione energetica verso i mezzi elettrici, le esigenze di traffico, così come di distanziamento, che hanno portato una certa ritrosia nell’uso dei mezzi pubblici, legata al rischio di contagi di Covid-19.

Un potenziale ancora da sviluppare?

Questi mezzi di trasporto sono potenzialmente molto utili e potrebbero rappresentare in futuro una soluzione praticabile per ridurre il traffico cittadino e migliorare la qualità dell’aria. È una delle tante innovazioni che possono portare ad un futuro più green: in questo nostro articolo parliamo dell’isola di Penang, che il governo malese sogna di trasformare in una meta globale ecosostenibile.

Ma non tutte queste innovazioni sono pronte a fare la differenza. Ora come ora, infatti, il potenziale dei monopattini elettrici è sprecato dall’uso che viene fatto dei veicoli stessi. L’Osservatorio Asaps ha riportato che il cattivo uso dei monopattini elettrici ha portato ad un alto tasso di incidenti, causati, ad esempio, da cadute senza scontro con ostacoli fissi dovute a distrazione, da buche e avvallamenti, da scontri frontali e laterali con auto o moto e da guida in stato di ebbrezza.

La tecnologia dei monopattini elettrici è quindi ancora da considerarsi agli albori, dal momento che manca del connotato centrale di un’innovazione usata correttamente, ovvero la responsabilità. Questa tecnologia innovativa, infatti, non ha ancora trovato le giuste forme sociali per applicarsi, tra cui il non far del male a sé stessi o agli altri.

Affinché i monopattini elettrici possano sfruttare al massimo il proprio potenziale e possano diventare a pieno un’alternativa nel campo della mobilità ecologica, è necessario che vengano accompagnati da regole, controlli e sanzioni.

Le regole per l’utilizzo dei monopattini elettrici

Per incentivare un utilizzo responsabile di questi mezzi di trasporto, sono state introdotte diverse norme sulla circolazione dei dispositivi per la micromobilità elettrica. Tra queste, troviamo i limiti di età per la loro conduzione, l’obbligo dell’uso del casco per i minori di diciotto anni e di indossare il giubbotto retroriflettente in condizioni di scarsa visibilità.

Affinché i monopattini elettrici possano circolare su strada, devono rispondere a caratteristiche specifiche, tra cui avere un motore elettrico di potenza nominale continuativa non superiore a 0,50 kW, non essere dotati di un posto e sedere ed essere dotati di un limitatore di velocità che non faccia superare i 25 km/h sulla carreggiata delle strade e i 6 km/h nella aree pedonali. È inoltre richiesto che siano equipaggiati con luci bianche o gialle anteriori e con luci rosse o catadiottri posteriori per le segnalazioni visive.

La produzione di monopattini elettrici

Tra i modelli più popolari di monopattini elettrici, possiamo trovare il Xiaomi Mi Electric Scooter, che presenta la possibilità di collegarsi ad uno smartphone via bluetooth per cambiare alcune impostazioni utili, tra cui, ad esempio, il limitarne la velocità nelle zone pedonali.

Un altro esempio è il Micro Merlin, che si apre e chiude istantaneamente grazie a un sistema a scatto, attivabile col piede, caratteristica perfetta per salire e scendere dai mezzi pubblici con facilità.

La Segway, invece, che anni fa fece da apripista con la “biga” elettrica che restava in equilibrio autonomamente, ha proposto il Ninebot KickScooter ES2, che si distingue per una parte anteriore della pedana incurvata, rendendo l’operazione di salita e discesa più agevole.

Troviamo anche l’Italia tra i principali marchi di monopattini elettrici, con ruoli che si concentrano principalmente sulla progettazione e la distribuzione, affidando la produzione a soggetti esterni all’estero.

Tra queste aziende, troviamo Gboard, con sede a Bolzano, che dal 2015 produce mezzi sia elettrici che a spinta muscolare altamente personalizzabili nella loro linea GreenBoard.

Con il progetto Urban e-Mobility di Ducati, anche la prestigiosa casa motociclistica si è unita alla produzione di e-bike pieghevoli e monopattini elettrici, con un contratto siglato con la M.T. Distribution Srl.

Ulteriori menzioni possono essere fatte all’azienda brianzola Nilox, nata nel 2005, specializzata non solo in mobilità high-tech su due ruote ma anche di action cam.

La startup Nito, invece, che sta per Nuova Industria Torinese, va a prestare una particolare attenzione al design, com’è stato dimostrato dallo scooter elettronico NES, dal monopattino elettrico N1e e il monopattino a trazione umana N1 ed N2, utilizzabile sia come bicicletta che come monopattino.

Articolo di Chiara Pozzoli