Viaggiare: è un verbo di prima coniugazione del quale in questo 2020 si è praticamente dimenticato il significato.

Infatti, in quest’anno nero governato dalla pandemia di Covid-19 che ha messo in ginocchio tutta l’economia mondiale, il settore del turismo è stato uno dei settori in cui gli effetti del lockdown si sono fatti sentire più intensamente.

Costretti dentro le nostre abitazioni per quasi un anno intero è stato pressoché impossibile viaggiare. Chi sognava mete tropicali o esotiche, o chi si vedeva intento a fotografarsi in qualche città estera, ha dovuto ricredersi e annullare voli e soggiorni.

Questo improvviso stop forzato ha portato il turismo a perdere più del 60% dei propri introiti e nel solo comparto del turismo digitale, il calo ha superato agilmente i 9 miliardi di euro.

A dirlo è proprio ,l’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo della School of Management del Politecnico di Milano che ha presentato questi terribili dati in occasione del convegno “Il Travel 2021: cosa ci aspetta?”

Turismo: dalle crisi del 2020 alla rinascita

Oltre a questa fotografia di un settore in crisi però, il team dell’Osservatorio fa sapere che in fondo al tunnel la luce c’è: dai dati infatti risulta che nel secondo semestre di questo 2021 si tornerà a viaggiare e ciò permetterà una parziale ripresa del valore di circa un terzo dei volumi del 2019.

Tuttavia non tutto il male vien per nuocere.

Questa crisi ha fatto sì che molti ,player del turismo abbiano accelerato il passo verso la digital journey ammodernando le proprie strutture e le proprie offerte di servizi digitali.

Nonostante la maggior parte delle prenotazioni alberghiere venga ancora effettuata da desktop, nel 2020 il 30% delle strutture ricettive si è attrezzato per offrire ai propri ospiti e potenziali clienti metodi di pagamento da mobile, check in e check out sempre da smartphone.

Sono aumentati anche gli host che hanno deciso di offrire ai propri guest un servizio di assistenza effettuato tramite chatbot (14% mentre nel 2019 era solo il 2%) e quelli che hanno offerto la possibilità di effettuare tour virtuali delle strutture alberghiere (13%).

Ma se non ci siamo mossi da casa come è stato possibile che si siano registrate queste migliorie nel settore alberghiero?

La risposta è piuttosto semplice: perché non è vero che abbiamo smesso di viaggiare.

Più che altro è cambiato il nostro modo di viaggiare.

Esclusi i mesi di lockdown totale, nel resto dell’anno gli italiani hanno scelto il turismo di prossimità, continuando così a effettuare più o meno lunghe vacanze e soggiorni.

L’80% dei viaggiatori ai tempi del Covid ha optato per mete vicino a casa e che offrissero esperienze all’aria aperta in contatto con la natura alla riscoperta dei tesori offerti dal nostro territorio.

Da questa nuovo modo di vivere il viaggio nel Bel Paese, l’Osservatorio ha proposto una soluzione che in questo 2021 e di sicuro anche negli anni a venire si affermerà sempre di più: stiamo parlando del Neverending Tourism.

Neverending Tourism: la nuova frontiera del vivere la vacanza

Il Neverending Tourism è il nuovo modo di vivere la vacanza che strizza l’occhio alla sostenibilità ambientale. Di fatto, quello che viene offerto al cliente, è un’esperienza di viaggio che inizia prima della partenza e prosegue ben oltre il termine del viaggio stesso.

Ad esempio alcune strutture ricettive hanno creato dei piccoli e-commerce nei quali è possibile acquistare prodotti locali DOC, DOP e a Km0 così da poter ricreare nell’intimità delle proprie case le esperienze olfattive e di gusto vissute durante il soggiorno.

In altri casi invece, tour virtuali nei musei locali e viaggi sempre in modalità digitale alla riscoperta delle perle del territorio nel quale si ha soggiornato o di posti nei quali sogniamo di andare.

Tradotto in numeri la nuova frontiera del Neverending Tourism ha già portato il 42% delle aziende e delle strutture ricettive a creare e rendere disponibili questi contenuti digitali e le esperienze di shopping enogastronomico e di artigianato locale.

E i viaggi di lavoro?

Anche per quel che riguarda i viaggi di lavoro i dati dell’Osservatorio prevedono un futuro prossimo in crescita.

In barba a quel che sostiene Bill Gates, secondo il quale quasi la totalità dei viaggi di lavoro sparirà sostituita dalle videoconferenze e i video meeting su Zoom o Meeting, il 63% delle aziende consultate indica il secondo semestre del 2021 come il periodo nel quale i viaggi d’affari riprenderanno.

E questo perché l’uomo è un animale sociale e in quanto tale, vivere la dimensione fisica dei rapporti interpersonali è fondamentale e i meeting digitali, per quanto utilissimi, non saranno mai in grado di rimpiazzare la stretta di mano a conclusione di una trattativa o lo sguardo d’intesa a fronte di una buona decisione presa.

Infatti, come diceva il grande Luis Sepúlveda “Viaggiare è camminare verso l’orizzonte, incontrare l’altro, conoscere, scoprire e tornare più ricchi di quando si era iniziato il cammino”, questo è il significato del viaggio.

Ed è proprio per questo motivo che tutti ci auguriamo di poter tornare presto a viaggiare.

Articolo di Ilaria Calcagnolo