Questo ultimo anno appena trascorso, tra pandemia e lockdown forzati, ci ha insegnato molte cose: abbiamo scoperto di essere in grado di indossare mascherine chirurgiche per ore e ore e abbiamo saputo reinventare gli spazi di casa per farli diventare un po’ ufficio e un po’ palestra.
Ma soprattutto abbiamo appurato una cosa che fino a qualche mese fa era solo un grandissimo sospetto generale: andare a lavoro non piace quasi a nessuno.
Questo virus aggressivo che ha costretto quasi tutti noi (e le aziende) ad aderire allo smart working obbligando la maggioranza della popolazione a svolgere il proprio lavoro da casa, con i rispettivi vantaggi e svantaggi, ha dimostrato che questa soluzione di lavoro in remoto piace.
Piace così tanto che in molti preferirebbero non rientrare mai nelle sedi fisiche dell’azienda per la quale lavorano. Il 54% di chi ha vissuto questa esperienza di telelavoro ha dichiarato di essere propenso alla possibilità di continuare a lavorare da casa, potendolo fare, addirittura per sempre.
Alex Torrenegra: l’imprenditore tra genio e intuizione
Se la maggior parte di noi ha dovuto vivere un momento terribile come questo per scoprire e apprezzare questa modalità di lavoro a distanza, c’è qualcuno che invece i grandi vantaggi dello smart working li aveva già intuiti prima e si era già mosso per crearne un business.
Alex Torrenegra è il nostro uomo.
Genio colombiano della computer science e imprenditore di successo dall’età di 14 anni, con alle spalle 4 aziende di fama mondiale e l’inclusione nella classifica degli Innovatori Under 35 pubblicata ogni anno dal MIT, nel 2017 realizza la sua ultima fatica: una piattaforma di recruiting on line, totalmente automatizzata che sfrutta il machine learning e l’intelligenza artificiale per aiutare l’incontro tra domanda di lavoro e offerta di collaborazione, il tutto gratuitamente.
Torre: come funziona e perché sceglierla
La piattaforma si chiama Torre, abbreviazione del cognome del suo inventore, e ora scopriamo insieme come funziona.
Entrare nel mondo del lavoro da remoto non è mai stato così facile.
Prima di tutto bisogna capire da che lato vogliamo entrarci: siamo un’azienda o un libero professionista?
Se siamo un’azienda ci basterà andare sul sito ufficiale di Torre e selezionare il tasto “POST A JOB” (il sito è multilingua ma al momento l’italiano non c’è quindi, sappiatelo, english is required) e seguire le indicazioni.
Se invece siamo dei liberi professionisti alla ricerca di un futuro impiego da remoto, non dovremo far altro che accedere al sito, loggarci come candidati e cliccare sul pulsante “ FIND WORK” e seguire poi le istruzioni per inserire le nostre caratteristiche, competenze e necessità lavorative (stipendio, orario etc…).
Torre ha voluto chiamare questa sezione dedicata alle competenze dei candidati “Your Genome” per un motivo ben specifico: secondo Alexander infatti, il concetto di curriculum è sorpassato, ed è meglio saper descrivere bene le proprie reali competenze che creare un elenco di nomi di aziende per le quali si è lavorato in precedenza.
Certo, se poi si è lavorato a progetti aziendali importanti per nomi di spessore, allora vale la pena farlo presente, ma non è essenziale.
Inoltre, l’innovazione non sta solo nell’idea ma anche nella sua forma. Chi è alla costante ricerca di lavoro purtroppo lo sa bene: in quasi ogni application letta (e compilata) vengono richiesti dati che nulla c’entrano con quelle che sono le abilità tecniche vere e proprie del candidato e neppure con la posizione aperta.
Torre ha scelto di non chiedere ai candidati dati come sesso, età e foto (quest’ultima opzionale): solo competenze. Che poi, è quello che serve per sapere se un professionista saprà fare ciò di cui l’azienda alla ricerca di collaboratori ha bisogno.
Una volta fatto questo semplice passaggio in un lampo si inizierà a ricevere proposte di collaborazione dirette e/o matching con posizioni già inserite che necessitano delle nostre skill.
La piattaforma Torre può essere considerata la sorella maggiore dell’italiana Digital Work City fondata dalla startup innovativa White Libra, lanciata 3 mesi fa da Niccolò Boggian che si basa su un concetto simile ma che è dedicata al solo mercato italiano.
Torre: what’s next? I progetti futuri
Sui piani per il futuro il creatore di Torre non ha dubbi: come scrive sul suo profilo
“Stiamo costruendo un nuovo network professionale per il lavoro remoto e flessibile. Questo sistema reinventa il matching tra offerte di lavoro e nuovi talenti, sfruttando l’intelligenza artificiale, sistemi di analisi e centinaia di altri fattori. L’obiettivo a lungo termine di Torre è diventare la piattaforma globale che permette a ciascuno di trovare opportunità di lavoro soddisfacenti in modo agile, senza discriminazioni. Stiamo diventando, per LinkedIn e Indeed, quel che è Whatsapp per iMessage, o Google per Yahoo”.
Di certo è un piano piuttosto ambizioso ma, carte alla mano, i segnali sembrano essere tutti in suo favore. Infatti se per molti la pandemia è stata motivo di indebitamento o addirittura fallimento, per la piattaforma di Alex Torrenegra non è stato così, anzi.
Torre è decollata, crescendo in modo esponenziale proprio nei mesi più duri di quest’anno pandemico.
Rimane da dire che se lavorare da casa è bello, lo è ancora di più poterlo fare nei coworking, dove incontrare personalità stimolanti è l’ordine del giorno.
Ma soprattutto, e siamo sicuri che il signor Torrenegra deve averlo capito prima di noi, lavorare in remoto dal posto che più ci piace nel mondo è il massimo.
Se quindi sognate da sempre un lavoro con “ufficio vista mare” questa piattaforma è pronta a rendere i vostri sogni realtà.
Articolo di Ilaria Calcagnolo
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