Tutti i nati dopo il 1969 hanno perso un appuntamento con la storia: l’allunaggio, uno di quegli eventi che spacca in due l’intera popolazione mondiale dividendola tra quelli che l’hanno visto, e quelli che ancora non c’erano.

Il nostro tempo però ha deciso di dare a tutti gli sfortunati ritardatari una nuova opportunità per assistere alle prodezze dell’ingegneria aerospaziale: SpaceX.

Elon Musk con Starship verso la colonizzazione di Marte

SpaceX è l’azienda aerospaziale fondata dal magnate dell’innovazione tecnologica Elon Musk. Il celeberrimo quanto stravagante imprenditore, dopo aver dato i natali a PostePay la vende per fondare SpaceX con l’obiettivo di ridurre i costi per il trasporto interplanetario, renderlo accessibile alle masse e colonizzare Marte.

Inoltre l’azienda, grazie al programma CRS è diventata il primo ente privato ad essere coinvolto nel rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale per conto della Nasa attraverso il lanciatore Falcon 9 e la capsula Dragon. Ultimamente l’azienda sta lavorando attraverso diversi prototipi allo sviluppo di Starship, un sistema di razzi costruiti con materiali completamente riutilizzabili progettati per trasportare astronauti e fino a 100 tonnellate di carico. Gli esperimenti sui prototipi della Starship sono iniziati nel 2019 e attualmente si stanno svolgendo i test sui voli ad alta quota; dopo il turno di SN8 e SN9 è stata la volta di SN10.

SN 10 esplode, ma solo dopo l’atterraggio

SN 10 è il terzo prototipo di SpaceX che si inserisce nel programma dell’agenzia Starship volto a costruire veicoli aerospaziali con materiali completamente riutilizzabili. Se i prototipi precedenti SN8 e SN9 sono esplosi nel tentativo di effettuare un atterraggio, SN 10 è riuscito nell’impresa. Dopo essere stato lanciato per un volo di prova ad alta quota ed aver effettuato delle danze complesse sulla via del rientro è riuscito nell’impresa di toccare il suolo con un atterraggio morbido.

Un successo incredibile macchiato dall’esplosione del prototipo sulla piattaforma di atterraggio avvenuta dieci minuti più tardi. Ma, sebbene questo imprevisto possa dipingere questo traguardo come una sconfitta, la riuscita dell’atterraggio rappresenta comunque il raggiungimento dell’obiettivo di raccogliere dati sui movimenti controllati dal computer per guidare il razzo lungo la sua discesa prima dell’atterraggio.

La dinamica del volo e l’esplosione

Il 4 marzo 2021 per il prototipo SN10 è una giornata un po’ travagliata. Dopo che il primo tentativo di lancio viene abortito dal computer di bordo, il prototipo decolla definitivamente alle 00:15 ore italiane raggiungendo i 10 km di altezza sopra gli impianti di SpaceX di Boca Chica in Texas. Durante il volo, prima di raggiungere l’apice dell’altezza, i 3 motori Raptor si sono spenti gradualmente e in modo controllato per permettere al razzo di riorientarsi orizzontalmente e realizzare la classica manovra chiamata Belly flop (spanciata). Questo posizionamento consente di avere maggiore contatto con l’atmosfera permettendo di sfruttare meglio l’attrito rallentando il razzo.

Il prototipo, a differenza dei suoi predecessori che hanno utilizzato solo due motori per riassumere la posizione verticale, ne ha utilizzati tre: una scelta cautelativa, infatti nel caso di accensione di un motore il prototipo riuscirebbe a ruotare usando i due rimanenti. Una volta raggiunta la posizione verticale, la Starship ha continuato a rallentare la discesa utilizzando i due motori. In breve tempo rimane in azione un unico motore che non riesce ad avere abbastanza potenza per dare al prototipo una spinta sufficiente ad annullare la velocità verticale nell’atterraggio.

Questo inconveniente, unito a quello delle tre gambe di atterraggio che non sono riuscite ad aprirsi correttamente, hanno causato l’incombere di un piccolo rimbalzo e il verificarsi di un atterraggio brusco con la conseguenza di danni al serbatoio e perdita di metano.

Poco dopo l’atterraggio si sono sviluppate delle fiamme nelle parte inferiore della Starship, negli istanti successivi, a dimostrazione della combustione in corso, si è sviluppato del fumo bianco. Per cercare di controllare le fiamme, SpaceX ha utilizzato dei getti d’acqua ma è stato inutile, la sorgente della combustione è rimasta attiva innescando i residui di metano. Il prototipo è inevitabilmente esploso in una palla di fuoco che ha innalzato SN10 in aria prima di farlo precipitare ancora una volta.

SN11 è in arrivo

Ad accogliere tutte i traguardi e le sconfitte di SN10 è stato il prototipo SN11. La navicella, dopo aver superato il test criogenico, il test del sistema RCS e un breve test di accensione statica dei motori, ha preso definitivamente la staffetta dal suo predecessore effettuando il test definitivo del volo ad alta quota.

I risultati però non sono stati quelli sperati: il razzo infatti a causa di un malfunzionamento dei motori è esploso in aria prima prima di riuscire a rimettersi in posizione verticale.

Un altro insuccesso quindi per SpaceX che ora pone tutte le speranze di effettuare un atterraggio di successo senza nessuna esplosione nei motori di SN15; il prossimo prototipo destinato ai test sarà la volta buona?

Articolo di Eleonora Orrù