Sono passati più di cinquant’anni da quando Pete Townshend, leader degli Who, ha prodotto Lifehouse, un’opera in cui si sviluppava il concetto della creazione di una melodia perfetta creata dall’unione delle musiche presenti in ogni singola persona del mondo.
A decenni di distanza da questa intuizione è nato Playing for change, un collettivo artistico che sfrutta l’idea di coralità e comunità per connettere il mondo attraverso la musica e sviluppare dei progetti a sostegno delle situazioni di marginalità.
Il progetto Playing For Change
Prima di essere un progetto, Playing For Change è insieme di persone, un collettivo di artisti provenienti da ogni parte del mondo, un movimento nato per connettere il mondo attraverso la musica. La musica da sempre diffonde messaggi di pace, di speranza e di amore ed è riuscita a creare una linea sottile ed immaginaria che unisce miliardi di persone.
Questo progetto nasce proprio dalla convinzione che la musica possa, con la sua forza unificatrice, superare distanze ed abbattere confini.
Playing For Change nasce nel 2002 da un’idea di Mark Johnson e Whitney Kroenke ai quali poi si è aggiunto anche l’italiano Enzo Buono. La visione prende vita dall’intenzione di regalare ispirazione e trovare il battito del cuore della gente, la loro canzone personale, qualcosa in cui tutti possano credere, un motivo per abbattere le divisioni presenti nel mondo. I due co-fondatori creano quindi il primo studio di registrazione mobile dotato di telecamere e si preparano a esplorare le strade d’America. La loro esperienza diventa un documentario dal titolo “A Cinematic Discovery of Street Music” grazie al quale riceveranno diversi premi.
Non solo America: inizia il viaggio in giro per il mondo
Nel 2005, mentre passeggia per le strade di Santa Monica in California, Mark Johnson sente la voce di Roger Ridley alle prese con le note di “Stand By Me” e subito l’anima e la convinzione del cantante catturano la sua attenzione. Marl chiede immediatamente a Roger l’autorizzazione per registrarlo con il suo studio portatile.
Da questo primo seme nascerà Songs “Around the world”, un insieme di canzoni attorno al mondo da molteplici artisti che suonano e cantano la stessa canzone. Tutti i diversi contributi dopo un mixaggio danno luce a una performance unica in cui tutti gli artisti sembrano esibirsi nello stesso luogo.
Da quel giorno Playing For Change viaggia attorno al mondo per immortalare artisti e costruire una famiglia globale. Per dare vita a questo progetto i due fondatori hanno lasciato l’America e hanno viaggiato per diversi paesi del mondo recandosi tra gli altri luoghi anche in Sudafrica e in Medio Oriente e persino in Italia.
32 paesi del mondo uniti in una band
Il passo successivo è stato quello di unire diversi musicisti incontrati durante i vari viaggi in una Band: la Playing For Change Band per l’appunto. Gli artisti coinvolti sono più di 180, provenienti da 32 paesi diversi; oltre loro ci sono anche delle guest star speciali come Keith Richards e Sara Bareilles. Tutti questi musicisti suonano insieme, hanno colori, religioni, abitudini e culture diversi ma la musica li unisce e diventa la loro lingua comune. La loro arte è diventata virale su Youtube e basti pensare che il primo videoclip ha ha registrato oltre 62 milioni di visualizzazioni e ora il collettivo è famoso in tutto il mondo, una visibilità questa che non è fine a se stessa. Oltre a Youtube le esibizioni del gruppo sono registrate su vari CD acquistabili in rete e nel sito istituzionale della Fondazione.
Playing For Change Foundation: quando la musica diventa beneficenza
Questo esperimento musicale è riuscito col tempo a trasformarsi in una associazione: la Playing For Change Foundation. Attraverso questa organizzazione senza scopo di lucro i fondatori sono riusciti a rivolgere il potere della musica verso dei fini superiori: i proventi infatti vengono utilizzati per costruire scuole di musica e arte per i bambini meno fortunati di tutto il mondo regalando speranza, ispirazione e diffondendo messaggi di pace.
La fondazione ha istituito la Giornata annuale di Playing For Change che si tiene il sabato più prossimo al 21 settembre, il giorno fissato per celebrare la pace delle Nazioni Unite. La giornata benefica ha l’obiettivo di “unire una comunità globale attraverso il potere della musica per influenzare un cambiamento sociale positivo”. Nel 2012 la giornata ha dato luce a oltre 330 eventi in 52 paesi riuscendo a raccogliere 150.000 dollari. Due anni dopo gli eventi erano già più che raddoppiati.
Tutti i fondi vengono investiti per la realizzazione di sette progetti per le scuole che attualmente riguardano la Ntonga Music School a Gugulethu in Sudafrica, la Bizung music and dance school a Tamale in Ghana, la Ecole de musique de Kirina a Mali, la Tintale Village Teaching Center a Tinatle in Nepal, la Mitrata Nepal village Music Program e la The Hari Kul Music School entrambe a Kathmandu in Nepal e infine la Intore Culture and Music Center a Kigali, in Rwanda. Dal 2008 ad oggi sono stati completati tre progetti.
Per sostenere il progetto non bisogna per forza essere dei musicisti o esperti di musica, se si sposa il pensiero della solidarietà e dell’unione tra i popoli basta semplicemente comprare un CD o diventare un membro dell’associazione e giocare il proprio ruolo in una partita mondiale verso il cambiamento.
Articolo di Eleonora Orrù
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