“Hey Google spegni la TV”, “Alexa, dimmi la ricetta degli spaghetti alla carbonara”, “Hey Siri, accendi le luci”. Non importa quale sia il device: che si tratti di vita quotidiana o finzione da serie TV, sempre più spesso sentiamo o intratteniamo conversazioni con gli assistenti virtuali.

Era il 2014 quando Alexa ha fatto la sua comparsa sul mercato americano, ora l’intelligenza artificiale riempie le case di tutto il mondo ed è diventata quasi un nuovo componente familiare. La casa infatti, soprattutto dopo il lockdown è tornata ad essere il centro della quotidianità ed è quindi sempre più necessario renderla efficiente e smart.

Sempre più famiglie ricorrono a progetti di domotica che pian piano stanno diventando indispensabili; d’altronde perché alzarsi dal divano mentre si guarda un film quando è Alexa che può spegnere le luci al posto nostro?

La domotica però non è solo una soluzione per rendere meno faticosa la vita dei più pigri ma anche una pratica che riduce il nostro impatto ambientale. Visti i suoi benefici, non è una sorpresa apprendere che, da una ricerca del centro TIM, circa il 23% degli italiani desidera una smart home, quindi, quasi un quarto degli italiani è pronto a ripensare interamente ai suoi spazi domestici.


Le smart home


La Smart Home sono case dotate di più dispositivi intelligenti che attraverso l’interconnessione, il collegamento alla rete internet e soprattutto la possibilità di essere comandati da remoto sono in grado di rendere la nostra abitazione “intelligente” ossia automatizzata.

Per rendere una casa smart vale tutto: si passa dagli speaker come Alexa agli elettrodomestici collegati ad internet come una semplice macchina del caffè, dai dispositivi di controllo come le prese smart alle telecamere e ai sensori di sicurezza. Insomma una smart home è in grado di soddisfare ogni esigenza, che si tratti di intrattenimento attraverso una smart TV o di risparmio attraverso sistemi di controllo per i consumi energetici domestici.

Ebbene sì, una casa intelligente è in grado di garantirci una vita maggiormente sostenibile non solo per quanto riguarda la nostra quotidianità e il bilanciamento tra lavoro, tempo libero, famiglia e gestione dei nostri spazi, ma aiuta anche a ridurre il nostro impatto ambientale attraverso una razionalizzazione dei consumi.

Utilizzare questo tipo di sistemi riduce i consumi energetici del 10-15% annuo a livello nazionale portando a un risparmio di oltre tre miliardi di euro, queste percentuali non dimostrano solo un guadagno di tipo monetario ma anche un guadagno di tipo ecologico. Un risparmio energetico porta a una riduzione delle emissioni di CO2 che in base a questi numeri oscillerebbe, sempre a livello nazionale tra l’1,7 e i 2,5 milioni di tonnellate di CO2 l’anno.


Dalla smart home allo smart village


Avere una casa tecnologica con un collegamento Internet wifi, controllabile da remoto e con sistemi di sicurezza avanzati è solo il primo passo verso una vita smart.

Pensate che nel prossimo futuro, grazie a finanziamenti e agevolazioni delle amministrazioni comunali potrebbero svilupparsi i cosiddetti smart working villages dei piccoli borghi, ottimizzati per il trasferimento di famiglie che svolgono attività professionali in regime di smart working.

Credete che sia solo fantasia o un immagine da un futuro distopico? Il primo borgo in Italia, in realtà è già stato sviluppato a Santa Fiora, in provincia di Grosseto. Il comune ha infatti indetto un bando con incentivi sull’affitto per chi desidera trasferirsi per lavoro, lontano dalla città in un piccolo borgo toscano. Oltre che sviluppare un nuovo stile di vita questa soluzione potrebbe porre rimedio allo spopolamento dei borghi italiani che secondo una stima del politecnico di Milano sarebbero circa 6000.

Per dare vita al progetto il Comune ha investito 30mila euro, denaro che è stato messo a messo a disposizione di chi deciderà di trasferirsi nel piccolo borgo. Attenzione però l’iniziativa è solo per i lavoratori che prenderanno casa per almeno due mesi e saranno da utilizzare per coprire le spese dell’affitto.

Ma il mercato a che punto è?


Lo scorso anno il mercato globale delle smart home ha quasi raggiunto un valore di 70 miliardi di euro. Per quanto riguarda l’Italia, nonostante una lieve contrazione causata dal Covid, il settore delle Smart home ha un grande potenziale, si parla infatti di un valore di 566 milioni di euro che si stima raddoppieranno nei prossimi anni arrivando a un miliardo nel 2023.

I limiti? La privacy e la sicurezza! Gli italiani infatti hanno ancora qualche ritrosia verso le smart home perché hanno il timore di condividere i propri dati. A tal proposito stanno nascendo numerose start-up che hanno il proposito di avvicinare le famiglie alla domotica. Anche i grandi colossi vogliono avvicinarsi alle famiglie, a tale scopo è nato il progetto CHIP Connected Home over IP che unisce Amazon, Apple e Google.

L’iniziativa ha lo scopo di annullare le barriere e sviluppare degli standard comuni e interoperabili che hanno come principio fondamentale di progettazione la sicurezza. In questo modo le aziende si mettono al servizio dei consumatori facilitando le compatibilità, eliminando confusioni e facilitandoli nella scelta d’acquisto.

Che la smart home sia anche uno stimolo per la cooperazione e lo smussamento della competitività del mercato? Potrebbero forse essere un ottimo mezzo per rilanciare il turismo del nostro Bel Paese?

Staremo a vedere; per ora, anche così, i vantaggi rimangono tantissimi.

Articolo di Eleonora Orrù