A 40 anni dal primo lancio del programma spaziale Space Shuttle i viaggi spaziali continuano ad emozionarci. È scritto nella storia: i programmi della Cina e degli Usa sono destinati a rincorrersi e a giocare un continuo braccio di ferro che lascia il mondo col fiato sospeso.
La Cina con la recente riuscita della spedizione dei due robot su Marte ha segnato un grande passo in avanti per il suo programma spaziale in quanto per la prima volta il paese è riuscito ad atterrare su un altro pianeta. Purtroppo però sul podio mondiale la Cina riesce a guadagnarsi soltanto un secondo posto rispetto agli USA che grazie al lavoro della NASA sono stati il primo paese a riuscire riuscire ad inviare e a far funzionare un rover lander sul pianeta rosso.
Nonostante questo smacco il Paese del sol levante non si dà per vinto e rincara la dose, a differenza della prima missione degli Stati Uniti risalente al 1976 che per l’appunto vedeva la presenza di un solo lander, questa spedizione è molto più complessa e vede il coinvolgimento di tre veicoli: la sonda Tianwen-1, con una massa di circa cinque tonnellate che comprende oltre il carburante un orbiter e un composito lander/rover.
La spedizione Tianwen, domande al cielo
La spedizione fa parte di una missione ben più grande chiamata Tianwen-1 come il poema “Tianwen”, che significa “Domande al cielo”. I tre rover lander Cinesi sono infatti partiti a bordo della navicella Tianwen-1, lanciata dal Wenchang Spacecraft Launch Site il 23 luglio del 2020.
Soltanto il viaggio per raggiungere l’orbita del pianeta rosso è durato sette mesi; prima dell’atterraggio i tre veicoli spaziali hanno passato ulteriori tre mesi a esplorare il sito di atterraggio Utopia Planitia volando vicino a Marte ogni 49 ore in un’orbita ellittica raccogliendo un gran numero di dati scientifici e scattatndo foto di Marte mentre era in orbita.
L’atterraggio su Marte
La notizia dell’atterraggio, diffusa grazie ai social, ha raggiunto tutto il mondo attraverso un tam tam mediatico. Anche questa volta la storia americana e quella cinese come in passato sembrano rincorrersi e incontrarsi sotto il segno di un’altra coincidenza.
L’atterraggio, infatti, è avvenuto al di sopra di una striscia piatta del pianeta rosso, proprio nello stesso luogo in cui nel 1976 era atterrato proprio un lander della NASA.
Zhurong protagonista del prossimo step
L’atterraggio è soltanto uno degli step della missione: la prossima mossa sarà quella di far rotolare rotolare il rover cinese Zhurong fuori dalla sua piattaforma di atterraggio. Per farlo lander, dopo aver toccato terra con la sonda, farà fuoriuscire una rampa e dispiegherà il robot a sei ruote sul suolo marziano. Il veicolo spaziale che funziona a energia solare prende per l’appunto il nome dal dio del fuoco protagonista dei racconti mitologici cinesi.
Il rover oltre il funzionamento a energia solare presenta anche diverse altre tecnologie e numerosi strumenti:
-
Due telecamere panoramiche,
-
Un imager multispettrale,
-
Un laser per vaporizzare le rocce e analizzare la loro composizione,
-
Un magnetometro misurerà per misurare i campi magnetici
-
Una stazione climatica per misurare la pressione, l’atmosfera locale, il vento, la temperatura e il suono
-
Un radar a penetrazione del suolo per cercare acqua o ghiaccio sotto la superficie
Tutti questi strumenti serviranno per portare a termine la missione di Zhurong, che costerà almeno altri tre mesi di lavoro. Il compito del robot infatti è importantissimo, perché riguarda la raccolta del maggior numero di dati possibile sul clima e sulla conformazione geologica del pianeta rosso.
Come dichiarano numerosi scienziati infatti:
“Il compito principale di Tianwen-1 è quello di eseguire un’indagine globale ed estesa dell’intero pianeta utilizzando l’orbiter, e di inviare il rover in luoghi della superficie di interesse scientifico per condurre indagini dettagliate con alta precisione e risoluzione”.
Che sia la volta buona che si riesca a rispondere alla fatidica domanda: c’è vita su Marte? In questo caso la Cina riuscirebbe sicuramente a collocarsi -almeno per il momento- sul podio più alto per quanto riguarda le scoperte spaziali.
Questa “guerra fredda” spaziale rimane soltanto uno stimolo per cercare di fare sempre meglio e favorire il progresso scientifico e tecnologico nell’ottica di un bene comune universale. La Cina infatti è pronta a condividere apertamente i dati raccolti da Tianwen-1 e Zhurong con gli scienziati planetari di tutto il mondo.
Dopo Marte il braccio di ferro tra USA e Cina si giocherà sulla luna
Dopo che nel 2019 è stata la prima nazione a mettere in opera un rover nel punto più lontano della luna, la Cina non vuole fermare i suoi successi. Il paese ha infatti recentemente portato a termine una missione con l’obiettivo di campionare il terreno lunare.
Articolo di Eleonora Orrù
Scrivi un commento