Si stanno facendo così tanti passi da gigante nel campo dell’intelligenza artificiale che i futuri immaginati nelle serie o nei film sci-fi non sembrano più troppo lontani dalla realtà.

Andrew protagonista dell’uomo bicentenario, C-3PO e R2-D2 i due fedeli aiutanti di Star Wars sono solo alcuni dei robot a cui ci siamo affezionati. Ma se un solo robot o una squadra di robot possono essere così fondamentali nella finzione, parlando di mondo reale cosa potrebbe fare una squadra di robot?

Dopo aver progettato un dispositivo in grado di parlare con il pensiero, i ricercatori del MIT ora lavorano proprio sulla cooperazione tra robot.

I Robot: non solo macchine ma aiutanti nella quotidianità

Siamo passati dal vedere dei semplici robot ballerini a meravigliarci davanti ai primi prototipi di robot chirurgo. Insomma ce n’è per tutti i gusti e piano piano, che lo si voglia ammettere o no, la tecnologia sta prendendo sempre più spazio trasformando una realtà analogica in una realtà digitale proprio come avviene nei nostri film preferiti.

Recentemente il MIT ha sviluppato un prototipo di robot parrucchiere che, pensate un po’, si occupa di acconciare i capelli, pettinarli e sistemarli: immaginate che toccasana potrebbe essere quando siete in ritardo a lavoro, avere qualcuno che vi rende presentabili mentre bevete il vostro caffè!

Il centro di ricerca sta anche lavorando su un robot in grado di riconoscere la spesa e sistemarla, uno di quei dispositivi che al solo pensiero non riusciamo già a vivere più senza!

Le nostre sperimentazioni con i robot non rientrano più nell’ordine dello straordinario o dell’intrattenimento: si stanno infatti sviluppando dispositivi in grado di aiutarci sempre in misura maggiore nel nostro quotidiano, riducendo le nostre fatiche, ottimizzando i tempi e rendendoci la vita più facile.

Ma cosa accadrebbe se anziché avere un singolo robot al nostro servizio ci fossero delle intere squadre? Questo scenario apre tantissime domande: i robot sarebbero in grado di cooperare in una squadra aiutandosi vicendevolmente cooperando per terminare una missione di aiuto senza disperdere gli sforzi?

L’algoritmo leader delle squadre di robot

Gli scienziati del MIT stanno cercando di rispondere a queste domande con un algoritmo che permetterebbe a gruppi di robot di portare a termine missioni di aiuto come il salvataggio, la ricerca di persone disperse o la mappatura del territorio. Insomma un algoritmo a capo di una squadra di soccorso formata interamente da robot.

Qualora si riuscisse a utilizzare questo algoritmo, per medici e professionisti coinvolti in missioni di soccorso e ricerca avere come aiutanti dei robot precisi e funzionali limiterebbe tantissimo i rischi e aumenterebbe la percentuale di successo.

Pensate ad esempio a un team formato da un drone in grado di sorvolare un’intera montagna, valutare i pericoli e individuare il numero di dispersi e altri robot a terra pronti a scandagliare il terreno impervio per trovare la strada più veloce verso il luogo dell’incidente, tutto sarebbe molto più semplice.

Come funziona l’algoritmo?

L’algoritmo progettato dai ricercatori del MIT ha l’obiettivo di far operare i robot nella maniera più efficace ed efficiente possibile. Per raggiungere questo risultato la formula si occuperebbe di bilanciare i dati raccolti e il dispendio di energia; in questo modo si eliminerebbe la possibilità di percorrere traiettorie inutili che non portano risultati. Se tutto dovesse funzionare come prestabilito i robot riuscirebbero quindi a compiere il minor numero di manovre ottenendo il massimo delle informazioni possibili.

Questa idea nasce dalla rivalutazione dell’approccio più classico delle squadre di ricerca di robot che per quanto riguarda la raccolta di informazioni, piuttosto che puntare sull’efficienza, preferisce garantire un maggior numero di robot.

Il problema dell’approccio tradizionale è che considera come obiettivo soltanto la raccolta di dati. In una missione di soccorso oltre la ricerca è importante anche ottimizzare le risorse come per esempio la durata della batteria.

Il nuovo metodo ovvierebbe quindi a queste problematiche attraverso un lavoro di squadra. Gli obiettivi non sono assegnati in modo sequenziale a ogni singolo robot, ma vengono costantemente modificati attraverso la cooperazione degli elementi. L’algoritmo funziona con il meccanismo di una negoziazione: ogni robot propone le sue traiettorie a tutta la squadra e l’algoritmo sceglie tra le varie proposte aggiungendo o rimuovendo le traiettorie dei singoli robot.

Se siamo abituati a immaginare un futuro distopico dove l’intelligenza artificiale prende il sopravvento su quella umana distruggendola, bisogna invertire la rotta.

Il futuro che stanno costruendo gli scienziati dell’MIT si basa sulla cooperazione.

Articolo di Eleonora Orrù